di Cinzia Amorosino

Il coniglietto selvatico nella prima immagine è il simbolo della natura aggredita dall’uomo, così come il martin pescatore nelle limpide acque prospicienti la scogliera e i migratori che passano su questa importante area naturalistica, non potranno più trovarvi rifugio.
Sono diversi anni che, con sconsiderate decisioni dell’ente locale, è in corso di

progettazione prima, e realizzazione, adesso, la costruzione di porticciolo turistico (oltre 200 posti barca) a nome della soc. Italconsult degli eredi del noto ing. Fasano (anche se dietro si mormora la presenza di ben altri soggetti). In definitiva, in assenza persino di un Piano delle coste approvato dal Consiglio comunale di Taranto, si sta distruggendo la scogliera con rara macchia mediterranea e diradando metà del bosco di pini D’Aleppo, unico sulla costa tarantina (per fortuna l’altra metà appartiene a Leporano – detta Batteria Cattaneo). Senza contare appunto, il disturbo arrecato alla fauna selvatica, anche quella sui fondali. Last but not least, diverse famiglie che approfittavano di una comoda discesa in un mare turchese, non potranno più usufruirne.
Dopo aver avuto accesso agli atti che hanno portato alla concessione dell’aria demaniale antistante la pineta in questione per un periodo di 50 anni, i membri del “Comitato cittadino spontaneo pineta San Francesco degli Aranci” ed in particolare l’esperto difensore dell’ambiente Leo Corvace, hanno individuato delle criticità da porre all’attenzione della magistratura, presentando in questi ultimi giorni un esposto alla Procura della Repubblica.
“E’ stato un lavoro molto lungo e complesso, ma non abbiamo mollato nonostante le tante difficoltà”. Questo affermano i componenti del comitato che annunciano oggi la sottoscrizione del documento tramite un’adesione sorprendente in pochissimo tempo da parte della cittadinanza, con oltre 200 firme apposte in calce. Tutte autografe e con documento registrato.

“Il comitato “San Francesco degli Aranci” – aggiungono – è un gruppo di cittadini liberi, uniti dalla volontà di tutelare un luogo custode di bellezze naturali, quel valore aggiunto che dovrebbe essere preservato proprio per cercare uno sviluppo differente e sostenibile per la nostra terra.
Il costruendo porticciolo turistico prevede la realizzazione di opere altamente

impattanti, che danneggierebbero irreparabilmente quei luoghi.”
Questa ennesima iniziativa, “sancisce la volontà della collettività di essere partecipe delle decisioni che hanno per oggetto beni demaniali e quindi pubblici.
La città di Taranto merita sicuramente uno sviluppo alternativo alla grande industria, ma la fase di transizione dovrebbe essere incentrata su criteri ecologici, salvaguardando il nostro patrimonio boschivo, la fauna e la biodiversità custoditi da quei pochi lembi di terra ancora poco contaminati.”
Si vuole porre all’attenzione della politica, che i cittadini sono presenti e pronti a lottare per difendere la propria terra.
L’iniziativa si arricchisce dalla congiunzione con altre associazioni del territorio come il “Comitato per la salvaguardia del Mar Piccolo” che ha presentato separatamente un ulteriore esposto alle autorità competenti.

I cittadini non si arrendono e i rappresentanti istituzionali dovranno tenerne conto.
Per chi volesse avere maggiori informazioni, appuntamento oggi, sabato 3 ore 18.00, per una conferenza stampa congiunta che si terrà al Bar Lecler in Via Campania 113 Taranto; si esporranno i contenuti degli esposti presentati.
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Nelle immagini il prima e il dopo della meravigliosa costa vicino alla Torre Blandamura, con schemi del progetto, fauna, etc.