di Silvana Giuliano
Lunedì 11 dicembre, Eva Degl’Innocenti, direttrice Settore musei civici di Bologna, ha tenuto una relazione su I Musei civici di Bologna tra ricerca, innovazione e partecipazione. L’incontro, organizzato dall’Associazione Amici dei Musei di Taranto, si è tenuto nella Sala degli Specchi del Palazzo di Città. Ha aperto Patrizia De Luca, presidente dell’Associazione. “I Musei civici sono una realtà importante perché in Italia sono il 42% della realtà museale pubblica. Sono diffusi in tutta la penisola, e rappresentano una rete fitta che intercetta l’identità culturale locale. Sorsero, soprattutto nell’Italia centro-settentrionale, in seguito alla soppressione dei Musei ecclesiastici e grazie all’impegno di intellettuali, studiosi, collezionisti e archeologici”.
Il settore Musei Civici di Bologna – ha spiegato la Degl’Innocenti – comprende 6 aree tematiche, 11 musei, 1 sito – 6 biblioteche specializzate. Le sei aree tematiche sono: l’area archeologica, l’area dell’arte antica, l’area dell’arte moderna e contemporanea, l’area della musica, l’area del patrimonio industriale e della cultura tecnica, l’area della storia e della memoria”. I musei di Bologna nacquero con il museo civico archeologico nel 1881. Bisognerà attendere il 2013 per l’istituzione di “Bologna Musei” ed il 1 luglio 2022 per il nuovo Settore all’interno del Dipartimento Cultura, Sport e Promozione della Città del Comune di Bologna.
I primi scavi archeologici iniziarono nel 1869 con la scoperta delle tombe etrusche presso la Certosa di Bologna. Nel 1881 il Museo fu inaugurato nella sua sede di Palazzo Galvani. Attualmente, le collezioni del Museo sono circa 200.00, suddivise in sezioni che in parte mantengono i criteri espositivi dell’epoca. Particolare è la sezione egizia, la terza dopo quella dei musei di Torino e Firenze. La Degl’Innocenti ha descritto la realtà museale di Bologna, un’offerta variegata perché c’è anche il Museo del tessuto e della tappezzeria, il Museo del Risorgimento che comprende anche una biblioteca e il Museo Internazionale e Biblioteca della Musica. Oggi il Museo per essere una leva di sviluppo turistico non deve però limitarsi alla sola esposizione deve dotarsi di strumenti di comunicazione digitali e attuare azioni per coinvolgere un pubblico sempre più numeroso. Il patrimonio museale può e deve diventare anche uno strumento di inclusione sociale e contrasto alla povertà educativa. “Il Valore sociale – ha sottolineato Eva Degl’Innocenti – è la dimensione che, attraverso azioni strategicamente mirate, espande la capacità del museo di diventare un nodo per l’accesso e la giustizia sociale, inoltre connette le possibilità strategiche della progettazione museale a tutte le soggettività sociali più fragili e, come tali, meritevoli di particolari tutele. Il museo si pone come presidio sociale in grado di connettere innovazione e conoscenza alle problematiche, emergenze e fragilità sociali. “Un percorso vario e articolato – ha commentato Patrizia De Luca – che potrebbe trovare, nelle intenzioni della Direttrice, un momento di confronto e di dialogo culturale con la realtà museale tarantina. Il protocollo d’intesa, recentemente firmato tra il comune di Taranto e quello di Bologna, apre nuove prospettive di ricerca e di sperimentazione che potranno arricchire le dinamiche culturali locali,anche con la collaborazione del Terzo Settore”. Per i saluti finali sono intervenuti gli assessori Mattia Giorno e Fabiano Marti.
