IL CINEMA IMPEGNATO PARLA ANCHE TARANTINO

di Piero Piliego

Questo Natale sembra che il cinema italiano impegnato abbia preso il posto dei cinepanettoni. Senza nulla togliere a questo genere leggero, utile a ridere e a distrarsi dai problemi quotidiani, non si può non essere contenti che nel bel paese si realizzino film che affrontano problemi importanti che smuovono le coscienze e inducono a riflettere.
“C’è ancora domani”, il film di esordio alla regia dell’arttrice Paola Cortellesi sta stracciando ogni record di incassi. Il film, ambientato nella Roma della seconda metà degli anni ’40 affronta il problema della questione femminile. È un bel film da ogni punto di vista.
Un altro regista alla sua opera prima è Michele Riondino che con il suo “Palazzina Laf” racconta una storia di mobbing attraverso la quale allarga lo sguardo sulla questione tarantina.
Un aspetto comune alle due pellicole è quello di aver affrontato due questioni forti, senza optare per un dramma a senso unico, inserendo nel racconto camei grotteschi, come i balletti della Cortellesi o come alcune sfaccettature del personaggio di Caterino nel film di Riondino.

Ma se “C’è ancora domani” ha trovato la strada spianata affrontando un problema del quale si parla molto, anche sulla scia di alcuni drammatici fatti di cronaca, “Palazzina Laf” paga invece il prezzo di prendere di petto un tema scomodo.
Michele Riondino, dal 30 novembre, data di uscita del film nelle sale, è in giro per l’Italia ad incontrare il pubblico dove il film viene proiettato. Lo stesso regista ha dichiarato, rispondendo a chi gli chiedeva come mai in alcune città il suo film non fosse in programmazione, “Palazzina LAF non è un film semplice da piazzare, la tematica che affronta spaventa un po’ e molti fanno fatica a credere che sia una commedia (nera)”.
Difficoltà che, come il regista ha denunciato, ha incontrato anche la produzione nella realizzazione di alcune scene, ostacolate dalla stessa Acciaierie d’Italia.

Abbiamo cercato nei commenti sotto i post di presentazione del film di Riondino in tutta Italia, il giudizio dei “non tarantini”, scoprendo grande apprezzamento per l’opera cinematografica, ma anche la vicinanza da parte di molti spettatori al dramma di Taranto.
Ma ciò che non ci aspettavamo era il confronto che in tanti hanno fatto tra i due film dei neo registi. Confronto che in molti casi ha visto il film di Riondino preferito a quello della Cortellesi. Giudizio condiviso anche da esperti di cinema.

Tra i film impegnati in programmazione nei cinema italiani in questa settimana va ricordato anche “Cento domeniche” diretto ed interpretato da Antonio Albanese. Un film drammatico che, a differenza degli altri due, non lascia spazio all’ironia, racconta il dramma del mondo del lavoro e delle conseguenze delle crisi bancarie sui piccoli risparmiatori.

Fa piacere constatare che in Italia si realizzino film impegnati e che Taranto abbia espresso un talento in grado di contribuire a questa crescita culturale.

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