di Cinzia Amorosino
Aria di tristezza, scoraggiamento e attesa dell’ineluttabile oggi pomeriggio nell’aula consiliare di Palazzo di Città, con un sindaco il cui volto esprimeva in pieno tali sensazioni ma, soprattutto, una grande stanchezza. Fra i banchi dell’opposizione atmosfera elettrica, invece, sfociata in un litigio urlato che non fa onore ad una istituzione, sebbene in debacle, fra i consiglieri Stellato e Abbate.
La politica è allo sbando e Taranto ha toccato il fondo con quest’ultima crisi. Riuscirà a risalire la china? E in tempi brevi? Troppe situazioni critiche da gestire e programmi da portare a termine. Soprattutto c’è da ricostruire un vivere civile e sociale che la politica di ogni colore ci ha fatto dimenticare.
Pubblichiamo di seguito la nota di Anna Filippetti , segretario provinciale del Pd ionico, appena dopo il termine della seduta del Consiglio comunale odierno, dove è stato sì approvato il bilancio di previsione ma solo con 16 voti (8 contrari e 3 astenuti) e, l’uscita dall’aula di alcuni consiglieri con un tentativo di far cadere il numero legale; centrodestra e centrosinistra insieme, il che dimostra come il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci non abbia più la maggioranza per governare.
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“Il voto del Bilancio di oggi dimostra che il Sindaco Melucci non ha più la maggioranza per governare la città. Anche se il bilancio è passato, i 17 voti necessari per governare non ci sono. In più appare evidente che i 3 transfughi del centrodestra sono stati fondamentali per l’approvazione. Come è evidente l’aiutino di 5 consiglieri di centrodestra che non hanno votato contro e sono usciti dall’aula. Il ribaltone politico si è compiuto. Il centrosinistra è all’opposizione, da oggi Taranto è un’amministrazione arcobaleno dove destra e “sinistra” si fondono. C’è una questione di etica politica che oramai è evidente, infatti non era complicato accorgersene prima. Anche a livello nazionale Italia Viva vota spesso con il centrodestra, come sul salario minimo.
Gli organismi del partito sono già a lavoro per le decisioni dovute dopo che alcuni esponenti non hanno seguito le indicazioni della direzione provinciale”
