LA MASSERIA FEUDO, UNO SCRIGNO DI BELLEZZA

di Beatrice De

Le giornate Fai (Fondo Ambiente Italiano) di Primavera ci hanno permesso di scoprire, come sempre, posti poco conosciuti del territorio jonico, un forziere di ricchezze culturali, artistiche e paesaggistiche.

La Masseria Feudo è una di queste. Sorge appena fuori dall’abitato di San Giorgio Ionico, in direzione sud-est, lungo la Strada Provinciale 113 che collega San Giorgio a Roccaforzata.

Nel 1730 nasce a San Giorgio la prima e unica masseria libera da privilegi feudali: la masseria Feudo di Belvedere, più tardi denominata solo Feudo. Questa masseria origina dalla vendita di 200 tomoli di terreni di proprietà di Giulio Cesare Albertini a favore del curato di allora, Francesco Paolo Zingaropoli. Alla morte del sacerdote la masseria passa a suo nipote, l’avvocato Valentino Zingaropoli che, nel 1847, la vende al generale Florestano Pepe che a sua volta la cede a Cosimo Parabita nel 1866.

La frequentazione umana del luogo è però ben più antica e testimoniata da una campagna di scavi archeologici del 1994 che ha portato alla luce una necropoli di IV-III sec. a. C..

La masseria è formata da un corpo principale adibito ad abitazione padronale che presenta, sul fronte, semplici ma eleganti decorazioni classicheggianti. Nel registro inferiore si apre un portale principale ad arco ribassato e altri accessi di servizio più piccoli. Lo spazio del registro superiore è scandito da piatte lesene che incorniciano finestre e balconi. In asse col portone principale si trova un balcone con finestra timpanata, più a sinistra un altro balcone con finestra lunettata. Da registrare anche la presenza di due garitte sporgenti dalla facciata utilizzate per la difesa della masseria.

Sulla sinistra del corpo principale si apre un grande ambiente coperto da un soffitto a capriate lignee molto probabilmente destinato a rimessa per le carrozze, mentre lateralmente è presente un lungo ambiente destinato a scuderie. Sul retro del corpo principale si apre un grande cortile quadrangolare caratterizzato da un lastricato in pietra calcarea e dalla presenza di grandi arconi lungo due lati.

Per l’occasione è stato possibile visitare anche la Mostra delle bici degli antichi mestieri.

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Foto di Paola Valentini e di Beatrice De

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