OMAGGIO ALL’ATLETA DI TARANTO. PRESENTATA SABATO 6 DICEMBRE AL MArTA L’ILLUSTRAZIONE DEL DISEGNATORE MARVEL, SAL VELLUTO


di Silvana Giuliano


Il 9 dicembre del 1959 veniva scoperta a Taranto, in via Genova 9, la tomba dell’Atleta ed esposta oggi nella sala VII del MArTA. L’artista Sal Velluto, originario di Taranto, risiede dal 1986 negli Stati Uniti dove ha lavorato per le grandi case editrici del fumetto americano (Marvel, DC, Valiant) e diverse case editrici in Italia, Scandinavia ed Australia. Nel 2024 ha realizzato un’illustrazione del famoso atleta di Taranto e ha voluto donarla alla città, insieme al suo copyright, attraverso il MArTA. La cerimonia di consegna della preziosa opera si è svolta sabato 6 dicembre nella sala degli Incontri del MArTA. Nell’illustrazione, l’autore racconta il momento della Vittoria e lo fa intrecciando la muscolatura e l’esultanza dell’atleta ai simboli che adornavano le anfore panatenaiche. La direttrice del MArTA, Stella Falzone, nel presentare l’opera ha così evidenziato: “È un dono perfetto che Sal Velluto ha voluto regalare al Museo. Inoltre, c’è grande fermento di studi su uno dei reperti più identitari e famosi del Museo archeologico nazionale di Taranto. Un mistero sulla morte, probabilmente in giovane età, di questo atleta che rappresenta la base di una serie di approfondimenti anche genetici su questo unicum mondiale dell’archeologia: il corpo di un atleta vissuto intorno al 480 a. C e giunto a noi con un bagaglio ricco di informazioni sullo stile di vita e modello culturale di riferimento di un campione delle gare panatenaiche. Nel frattempo, gli studi e le nuove analisi sul DNA dello scheletro dell’atleta continuano. Ecco perché – ha concluso la Direttrice – l’omaggio di Sal Velluto è più che mai appropriato alla nuova stagione di indagini che questo reperto sta vivendo, e che contiamo di presentare al pubblico in occasione dei prossimi Giochi del Mediterraneo”.
“Questo mio progetto – ha dichiarato Sal Velluto – arriva alla fine di una lunga carriera, iniziata quando avevo 11 anni. L’Atleta era un mio vicino di casa perché via Genova dista 300 metri dalla casa dove abitavo. Io avevo tre anni quando fu scoperta la tomba. Fu una scoperta sensazionale perché la tomba era intatta e conteneva quattro anfore (solo una delle quattro anfore era danneggiata), testimonianza dell’eccellenza atletica dell’uomo in alcune categorie dei giochi: la corsa con le quadrighe, il pugilato, il pentathlon, il salto in lungo e il lancio del disco. Non mancano altri elementi, anch’essi tratti dalle anfore e dalla storia, come la dea Atena, Nike la dea alata della vittoria e le colonne doriche sormontate da galli, antichi simboli del trionfo e attuali simboli di riconoscibilità della ceramica d’uso degli artigiani grottagliesi”.
Un’opera che colpirà senz’altro quanti nel 2026, durante i Giochi del Mediterraneo, verranno da tutto il mondo a visitare il Museo archeologico di Taranto.
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