di Cinzia Amorosino

Cominciamo col dire che una cosiddetta conferenza dei servizi si svolge fra Enti e soggetti portatori di interesse (cosiddetti “stakeholders”, con un inglesismo gradito ai pubblici amministratori) al fine di condividere il progetto e/o perfezionarlo superando eventuali criticità.
Ma c’è qualcosa che non quadra. I cittadini dovrebbero essere a conoscenza, in base alla gestione partecipata della Cosa pubblica, delle linee strutturali del progetto, e certo gli schemini diffusi dal Comune sui social, non aiutano nella comprensione.
Facciamo un passo indietro. Di che parliamo?
Ieri da Palazzo di Città è giunto un annuncio permeato di contentezza e soddisfazione.
“Siamo felici di dirvi che è stata completata e depositata formalmente la progettazione definitiva delle due linee Brt – Bus Rapid Transit (bus elettrici veloci a sede dedicata) che collegheranno Tamburi -Talsano (linea blu) e Paolo VI – Cimino (linea rossa)”. Così si è espresso, Mattia Giorno, assessore ai Lavori Pubblici e Mobilità sostenibile, aggiungendo: “Si tratta di un importante passo in avanti utile all’avvio della gara d’appalto integrata per la realizzazione della progettazione esecutiva e l’avvio del relativo cantiere”.
Tutto bene se non fosse che il 15 Ottobre 2020, sul sito del Comune di Taranto appariva il seguente annuncio: “Sono stati presentati questa mattina, al sindaco Rinaldo Melucci, il progetto di fattibilità tecnica ed economica e il progetto definitivo delle linee “Bus Rapid Transit” di Taranto.”
Come si spiega, dunque, questo bizzarro annuncio bis ?
Andando avanti nel comunicato odierno, l’assessore specifica: “Ultimo step è la conferenza dei servizi decisoria con tutte le autorità e istituzioni necessarie ad esprimere pareri sul progetto stesso, così da poter sbloccare gli iter successivi.
Sarà il sindaco Rinaldo Melucci ad aprire la stessa per poi lasciare il via alle discussioni tecniche che dovranno terminare entro la fine del mese di settembre, così da poter consentire eventuali correzioni o integrazioni al progetto.”
Le Brt, come previste nel Piano urbano per la mobilità sostenibile, “rivoluzioneranno la mobilità dell’area di Taranto in chiave totalmente sostenibile”. E siccome il veloce maxi bus avrà precedenza su tutti, è difficile immaginare nell’imbuto che e Taranto centro, che cosa succederà al traffico veicolare.
Forse si è persa memoria di quando Taranto possedeva un bel tram elettrico che attraversava su binari tutto il Borgo e l’Isola e i due ponti a partire dall’Arsenale MM, ma poi è stato dismesso. Le città del nord li usano tutt’ora.



Giorno fa infine notare che il Comune ha recuperato finanziamenti per circa 250 milioni di euro e che il progetto Brt “ha richiesto e continuerà a richiedere numerosi step e verifiche, nonché riunioni e tavoli tecnici con tutti i soggetti interessati”.
Descritta così la cosa, ci si augura che tutto fili liscio come l’olio e che i tarantini possano effettivamente lasciare l’auto a casa pur abitando nei quartieri esterni, lontani alcuni km dal centro città.
Ma, in realtà, poco si sa delle profonde modifiche che dovranno necessariamente essere apportate ai luoghi interessati dal tracciato, in primis sul nodo delicatissimo della Città Vecchia, per il quale abbiamo ascoltate le più fantasiose ipotesi: dal doppio senso lungo il Lungomare V. Emanuele II (la ringhiera vecchia) al doppio senso di marcia delle Brt sul lungomare di via Garibaldi e via Cariati. È proprio Taranto Vecchia il punto più vulnerabile della mobilità che meriterebbe maggiori chiarimenti e un’esposizione tecnica dettagliata, che invece manca del tutto. Non è a portata della comunità, ancora una volta non considerata “stakeholder”, probabilmente.
Ci si chiede se sia poi indispensabile attraversare l’isola, e non tenerla invece fuori da questo circuito di metropolitana veloce che, a naso, sembrerebbe sconvolgere la qualità dell’affaccio al mare, proprio laddove, negli ultimi anni, si stanno concentrando gli investimenti privati destinati all’accoglienza turistica.
Considerando la strettoia di via Cariati e il nodo di piazza Fontana dove si intreccerebbero le due linee nei due sensi di marcia, non si comprende come si possa risolvere, senza contare la frattura definitiva che si andrebbe a definire fra i piani terra destinati al commercio e alla ristorazione, e la passeggiata a mare. Sarebbe come inserire una ferrovia a doppio binario proprio nel luogo più rilevante sotto il profilo paesaggistico e turistico dell’ Isola.
Inoltre, non si sa come l’attraversamento del Ponte girevole possa essere compatibile con questi nuovi mezzi di trasporto, atteso che già oggi i bus dell’Amat devono transitare uno alla volta per non sovraccaricare la vecchia e malandata struttura. Uno di questi bus rapidi, infatti, pare sia lungo 15 m e più largo rispetto al bus tradizionale. Giungendo poi ad immettersi sul Corso Due Mari o via Margherita, avrebbero il raggio abbastanza ampio gli snodi per compiere la svolta? sicuramente ne avranno tenuto conto degli esoerti ingegneri e progettisti.
E sul Lungomare già abbastanza ingorgato nelle ore di punta, per non parlare della nuova pista ciclabile che restringe la carreggiata, come camminerà il bus rapido che, lo dice il nome, deve procedere speditamente?
Da profani, pensiamo che si dovrebbe invece tendere a limitare al massimo il traffico veicolare sull’isola, magari rendendo pedonale tutta la ringhiera (stupendo affaccio verso panorami di tramonto acceso) e dirottando il solo traffico di veicoli di piccole dimensioni e navette pubbliche lungo l’affaccio del Mar Piccolo.
Con questo e altri progetti, secondo l’amministrazione, si riuscirà “a completare la trasformazione di Taranto”. Noi aspettiamo che ci spieghino nel dettaglio il definitivo, e intanto recitiamo un ‘de profundis’ per tanti poveri alberelli messi a dimora al Parco delle Mura greche senza un impianto di irrigazione. La Green belt (cintura verde), si è già seccata.
*** Nota bene Tecnicamente il BRT prevede (i) l’utilizzo di veicoli di grande capacità, caratterizzati da basso (o nullo) livello di emissioni e a pianale integralmente ribassato e (ii) un tracciato dotato di fermate attrezzate e confortevoli, in cui sono previsti interventi infrastrutturali di protezione della sede e impianti di controllo e regolazione della circolazione per la priorità semaforica del bus rispetto al traffico privato.
Il progetto del BRT ha un’estensione complessiva di 71 km. La «Linea Rossa» Paolo VI – Cimino ha uno sviluppo di 44 km e collega il quartiere Paolo VI alla Pineta Cimino servendo, nel suo percorso, l’Isola, il quartiere Borgo, via Dante e il Centro commerciale Auchan. La «Linea Blu» Tamburi – Talsano ha uno sviluppo di circa 39 km e collega il quartiere Tamburi al quartiere Talsano servendo nel suo percorso, l’Isola, il quartiere del Borgo, l’ospedale, la base della Marina Militare e la periferia della città .

Le due linee sono parzialmente sovrapposte per circa 9 km al fine di raddoppiare le frequenze in tutta l’area centrale della città.
(dal sito comunale di Taranto)