di Silvana Giuliano
Lo “Stupor Mundi”, Imperatore del Sacro Romano Impero, toccò più volte le sponde tarantine. Si è svolta infatti, ieri, nel Castello Aragonese di Taranto, la cerimonia di scoprimento della lapide marmorea commemorativa in ricordo di Federico II di Svevia. Sono intervenuti alla cerimonia: Lucio Pierri, presidente dell’Associazione Amici del Castello Aragonese, l’ammiraglio Salvatore Vitiello, del Comando Marittimo Sud, l’ammiraglio Francesco Ricci, curatore del castello e Annalisa Biffino, in rappresentanza della soprintendenza nazionale del patrimonio culturale subacqueo. Ospite d’onore il prof. Cosimo Damiano Fonseca, accademico dei Lincei, che ha tenuto una lectio magistralis su Federico II. “La nostra associazione, – ha dichiarato Lucio Pierri – si è fatta promotrice di questa iniziativa, in accordo con la Marina Militare perché Federico II è stato in questo castello nella Pasqua del 1221 e nel corso degli anni provvide anche alla sua manutenzione. Taranto nella sua toponomastica non ricorda il passato medievale, Federico II ha una strada a lui intitolata a Talsano, frazione di Taranto”. Nel dare il benvenuto, l’ammiraglio Salvatore Vitiello ha ringraziato gli organizzatori e soddisfatto ha aggiunto che il Castello ha raggiunto il primo milione di visitatori. I lavori di restauro e di valorizzazione del castello proseguono. Nell’imminente mese di gennaio avranno inizio i restauri del prospetto sulla galleria meridionale che si affaccia sulla piazza d’armi. È prevista anche la realizzazione della biblioteca multimediale in collaborazione con l’Università di Bari. Secondo recenti studi, il Castello oltre a presentare tracce delle strutture magno-greche, conserva anche quelle risalenti al periodo normanno-svevo. Su questo argomento ha relazionato l’ammiraglio Francesco Ricci. “Il castello – ha spiegato – assunse una notevole importanza in epoca normanno-sveva quando venne eretto il primo vero castello. All’interno, infatti, sono state trovate tracce di strutture architettoniche risalenti a quel periodo. La maggior parte di queste strutture è sul fronte nord, ma l’archeologo Federico Giletti ha scoperto anche i resti di un complesso ecclesiastico, di notevole dimensioni, dal lato del canale navigabile. Di particolare interesse la Galleria e il Maschio”. Mons. Cosimo Damiano Fonseca ha tenuto un’interessante relazione su Federico II. “L’associazione presieduta dal prof. Lucio Pierri – ha dichiarato – ha inteso onorare Federico II in questo VIII centenario della sua prima venuta a Taranto, avvenuta dopo l’incoronazione imperiale (22 novembre 1220) effettuata dal Papa Onorio III nella Basilica vaticana. Federico, dopo una sosta a Capua, percorse l’antica via Appia-Traiana e dopo cinque mesi giunse a Taranto per poi proseguire verso la Sicilia. Probabilmente si imbarcò a Taranto e non a Napoli perché voleva far registrare la sua presenza in quei luoghi dove l’impronta dei Longobardi era più evidente, inoltre voleva conoscere quei territori che avrebbe valorizzato con la costruzione dei castelli. Federico soggiornò più volte nel Castello e per lunghi periodi. Una volta per recarsi a Palermo per convolare a nozze, un’altra per recarsi a Brindisi per far coniare la moneta imperiale, l’augustale d’oro. Brindisi con Messina era sede della zecca di stato. L’ultima volta, la quarta, il 13 dicembre del 1250, quando le sue spoglie furono trasportate a Palermo. Mi sembrava inoltre opportuno – ha aggiunto mons. Fonseca – trattare questo argomento per far riacquisire, ad una città che riteneva che la sua storia si sviluppasse soltanto intorno a due poli, la Magna Grecia e il Principato, la memoria del periodo normanno-svevo”. La targa in marmo è stata posta nel cortile del Castello sulla parete del Maschio e ricorda eventi molto significativi legati all’Imperatore. Sulla lapide è scritto:
“IN QUESTO CASTELLO RETAGGIO DEGLI AVI NORMANNI FEDERICO II DI SVEVIA INCORONATO DEL DIADEMA DI SACRO ROMANO IMPERATORE PER MANO DEL PONTEFICE ONORIO III SOSTÒ NEL VIAGGIO VERSO PALERMO NELLA PASQUA DEL 1221. PER LA SUA MANUTENZIONE E PER IL RESTAURO EMANÒ PROVVEDIMENTI SAGACI E ILLUMINANTI E DAL MARE CHE LAMBIVA LE MURA PARTIRONO NEL 1250 LE SPOGLIE MORTALI DI COLUI CHE ERA STATO ACCLAMATO STUPORE DEL MONDO”.
Cosimo Damiano Fonseca Taranto A.D 2021. Il Comune di Taranto Il Comando Marittimo Sud Gli Amici del Castello Aragonese
Le fotografie sono di Max Perrini



