di Cinzia Amorosino
L’uomo libero è colui che non ha paura di andare fino alla fine del suo pensiero. E Cristian (non conosciamo il suo cognome) sembra aver preso alla lettera quanto diceva Léon Blum.
Un paio di giorni fa qualche abitante dei quartieri costieri tarantini si sarà stupito di veder passare un uomo solo, su un maestoso cavallo, con le bisacce dietro la sella. Strano miscuglio di antico e modernissimo allo stesso tempo, dato che portava capelli molto lunghi ma un cellulare in mano. L’incedere tranquillo sull’asfalto (sconnesso) di via Lama tra le auto che sfrecciavano, in direzione San Vito.
È una storia incredibile e romantica, di quelle che sembrano scomparse dagli orizzonti del contemporaneo.
Ho appreso poi dall’amico Matteo Dusconi, il nome dello sconosciuto apparso come catapultato da una macchina del tempo ai giorni nostri. E quello di Furia, cavallo maremmano. Cristian è romano ma dalle forti origini sarde, in tour solitario da più di undici mesi, con 3.750 km già fatti in Francia, sulle strade delle coste del Tirreno, dell’Adriatico e ora sulle coste dello Ionio. Vivendo alla giornata con la generosa semplice ospitalità della gente del posto.
È rimasto il rimpianto di non aver potuto stringere la mano ad uomo coraggioso come pochi ce ne sono ancora; è proprio vero che gli italiani sono un popolo di esploratori curiosi del mondo e di quanto di bello e positivo ci può offrire.
Alla fine è pure la storia d’amore di un uomo e di un cavallo. Una storia bellissima e col profumo della Libertà.
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La foto del cavallo con il fantastico tramonto di Taranto è di Matteo Dusconi. L’altro “scatto per caso” di Cinzia Amorosino

