SCAPPI CHI PUÒ

L’amministratore delegato di Acciaierie d’Italia Lucia Morselli ha appena annunciato il “colpo di grazia” per la città di Taranto.
Ha dichiarato che la fabbrica tarantina sta “già usando plastica negli altiforni”, ripetiamo, gli altiforni bruciano plastica.
Ha anche annunciato la realizzazione di un rigassificatore nel porto di Taranto, dichiarando: “abbiamo iniziato a lavorare e siamo anzi già a un terzo dei lavori”.
Ha poi aggiunto: “la loppa, che è un sottoprodotto di altoforno, pregiatissimo però per i cementifici. Quindi ci impegneremo per far ripartire il cementificio”.
Ha infine parlato di acqua: “Ce ne serve molta e ci attrezzeremo per dissalare, risparmiando l’acqua dei fiumi della zona. Non sarà sulla terraferma ma off-shore, così sarà meno ambientalmente d’impatto”. Costruiranno quindi un grosso dissalatore che succhierà acqua dal nostro mare, con buona pace dell’eco sistema marino. Lo stesso già violentato dalle pale eoliche.
L’Ad Morselli ha anche detto che non rinunceranno agli altoforni a carbone, anche se dovessero realizzare forni elettrici.
Chi potrebbe difendere Taranto però, non solo non contesta i piani di Acciaierie d’Italia, ma ne supporta e favorisce la realizzazione
Il governo, quello attualmente in carica come quelli precedenti, continua a mettere soldi per mantenere in vita la fabbrica.
Il sindaco gioisce perché il ministro Urso accoglie la prospettiva del suo Accordo di programma in cui chiede di “costruire insieme un percorso di medio e lungo termine volto alla effettiva concretizzazione della prospettiva di una siderurgia autenticamente sostenibile per il polo di Taranto”. Proseguendo più avanti nella richiesta di “un rilancio industriale della filiera nell’area di crisi complessa di Taranto”. Parlando inoltre di “transizione tecnologica”, decarbonizzazione e “arretramento fisico dello stabilimento”..
Se il sindaco “industrialista” si batte per il rilancio della siderurgia ionica, cosa fanno i consiglieri, quelli che rappresentano le diverse anime della città?
Ci eravamo illusi nel leggere una richiesta da parte dei consiglieri di maggioranza provenienti dal mondo ambientalista, i cui contenuti riprendevano i principi dei movimenti no Ilva degli ultimi anni. Purtroppo l’illusione è durata pochi giorni, fino a quando l’emendamento è stato ritirato e sostituito da un altro, firmato anche da altri consiglieri di maggioranza in cui si chiede la “modifica dell’assetto tecnologico dello stabilimento siderurgico”, di “valutare l’arretramento del perimetro della fabbrica” e “agevolare il controllo pubblico della governance”. Perfettamente in linea con il cosiddetto accordo di programma che ha fatto definire al sindaco Melucci, storica la data odierna perchè il ministro ha deciso di accoglierlo.
La fine di questa città è sempre più vicina. Chi può vada via.

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