di Cinzia Amorosino



L’ amministrazione comunale annuncia la prossima opera di riqualificazione urbana che interesserà, questa volta, la stazione ferroviaria e le aree annesse. Nel corso della conferenza stampa è stato illustrato il progetto uscito fuori dal cappello a cilindro della giunta, non si sa a firma di quale progettista, documentato con dei rendering che, a dire il vero, offrono un’ immagine piuttosto modesta del risultato finale, ben lontana dai toni trionfalistici e di innovazione e rinascita che accompagnano questi incontri.
Il sindaco Rinaldo Melucci ha infatti dichiarato: “è un progetto che va sicuramente oltre la sua funzione estetica, perché con la realizzazione di un nuovo fronte, lungo via della Croce, sarà rivoluzionata radicalmente la mobilità dell’area e, a cascata, quella della città intera”. È quel “a cascata” che ci preoccupa non poco.
La Rfi (Rete ferroviaria italiana) di recente ha annunciato (v. link PdVpress allegato) un piano di investimento di 25 milioni di euro provenienti dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) per la ristrutturazione e l’ammodernamento della stazione a Taranto, esattamente nel quartiere“Croce”, centro nevralgico e strategico per il transito merci presso il porto, il polo industriale ed il complesso indotto.
Anche Nasisi, è interessata ai lavori di riqualificazione della rete ferroviaria, che collega il capoluogo jonico con Brindisi e quindi il Salento, e interessa molti utenti del popoloso quartiere Paolo VI, con un parcheggio di interscambio gomma – ferro.
Nel lungo arco di tempo che ci separa dal 2031 l’intero complesso industriale, parola di Rfi, sarà sottoposto ad un positivo stravolgimento che interesserà le aree dell’infrastruttura, della mobilità, della logistica e delle città.
Ma prima di parlare del futuro, ci correva l’obbligo di fotografare il presente. Lo abbiamo fatto già qualche tempo addietro tramite un collaboratore di PdVpress che si recò ad ‘investigare’ sul luogo (v. link allegato).


Egli scrisse tra l’altro: “Ed ecco cosa viene offerto al momento al turista che scende da uno di quei treni sempre più rari e vecchi (è d’abitudine per Trenitalia di dirottare a Taranto lo scarto dei vagoni già usati in tratte del centronord):

– Sale d’aspetto inesistenti. Tolte persino quelle quattro sedie sgangherate nel saloncino della biglietteria, spesso occupate da perdigiorno, sbandati, clochard.

– Bar chiuso. Appena sceso dalla «littorina», il turista non potrà fare colazione, sedersi, mangiare, concedersi una pausa, acquistare i biglietti per i bus urbani. Un servizio di ristoro minimo è fornito dalla volenterosa titolare dell’edicola con la quale solidarizziamo tutti. Una luce in fondo al tunnel.

– Tolte ormai tutte le fontanelle dell’acqua che potrebbero servire a chi volesse dissetarsi.
– Mancanza di ascensori che trasportino coloro i quali trascinano, invece, per le scale ripide che conducono all’unico sottopassaggio, valige e bagagli. Altro che assistenza garantita alle Persone a Ridotta Mobilità!
– Passamani lerci, specie lungo le scale che scendono dal binario 7.
– Treni diretti per il centro, il nord, la Calabria e la Sicilia: si contano sulle punte delle dita di una mano. Per il resto si «deve» transitare da Bari. Tanto per rammentare ai più sprovveduti chi comanda in questa regione.
– Abbandono di tutti i locali destinati ad ospitare, dopo uno dei rari restyling di facciata di un fabbricato da paese, esercizi commerciali che non hanno mai aperto. Quale folle avrebbe investito il proprio denaro in una stazione quasi senza treni ed immersa nello squallore esponenziale di Piazza della Libertà e del quartiere Porta Napoli?
Una parentesi speciale la meritano i servizi igienici di cui si omettono le foto per buon gusto (definire “toilettes” queste ritirate è il massimo dell’ipocrisia). Ci siamo entrati apposta per verificarne le condizioni.
Eppure si paga ben un euro!
Un euro per sorbirsi un tanfo nauseabondo, essere impossibilitati a sedersi su qualsiasi wc, lavarsi le mani con un filo d’acqua, uno sgabuzzino riservato agli uomini nel quale, volendo, ci si può sentire “vicini vicini”, detergere le mani con ciò che rimane nel dispenser del sapone, se rimane.
Ci siamo chiesti: quante volte al giorno vengono puliti e sanificati questi spazi? Chi ha il dovere di vigilare? Dovrebbe esserci un guardiano incaricato della pulizia in loco, specialmente in tempi di pandemia: così si incentiverebbe l’occupazione e si troverebbero i servizi igienici in condizioni sicuramente migliori.”
Il tema dei trasporti e dei collegamenti da e per Taranto.
I luoghi di arrivo e di partenza, per esempio, rappresentano il biglietto da visita di una città e questo discorso si applica a qualsiasi mezzo di trasporto. Dobbiamo rendere accoglienti e confortevoli questi luoghi nei quali transitano turisti e viaggiatori. Nel caso dell’aeroporto di Taranto, poi, è davvero scandalosa e immotivata la chiusura ai voli di linea da parte della Regione Puglia.
Tornando alla presentazione del progetto avvenuta negli scorsi giorni, la stazione sembra non dover subire grandi modifiche, mantenendo l’aspetto attuale; il piazzale anche, con le palme e il parcheggio, fatta salva la pavimentazione che sembrerebbe in lastre di pietra. La sala d’ingresso è allestita modestamente come tutto appare modesto e malinconico.
Ma quel che non si coglie è la sistemazione urbanistica (abbiamo consultato degli esperti professionisti che certo a Taranto non mancano), in mancanza di una planimetria di progetto che racconti, fra l’altro, che ne sarà degli edifici che chiudono la piazza e del viale d’accesso.
Il progetto vincitore del bando per la sistemazione di Porta Napoli che cosa propone in quel punto nodale? È stato preso in considerazione, o è stato messo in un cassetto? Partire ed arrivare a Taranto in treno è il più delle volte un’esperienza deprimente e, per i tarantini mortificante. Come dicevamo più sopra, il senso di abbandono e di grigiore è palpabile ad ogni ora del giorno. Niente bar, niente edicola dei giornali. Se arrivi di sera dopo le 11, non trovi taxi né bus che ti portino a casa.
I nostri amministratori a Palazzo di Città hanno detto, però, che questa sarà la “stazione della città che nel 2026 accoglierà i Giochi del Mediterraneo con infrastrutture moderne e funzionali (sic!). Se il fronte principale di piazza della Libertà si trasformerà in un luogo accogliente e fruibile, il nuovo fronte avrà una funzione più pratica, con l’interconnessione tra vettori extraurbani e urbani, pubblici e privati, compresa la rete delle Brt”. Lasciateci dire che questo passaggio non è molto chiaro agli occhi dei cittadini che pure, stupidi non sono affatto.
Eppure, anche per questa promessa di rinnovata stazione ferroviaria (moderna ed efficiente?) si riesce in conferenza ad usare i soliti refrain, quale “transizione concreta, per migliorare la qualità della vita dei tarantini.”
Intanto hai fatto scalo a Bari, perdendo la coincidenza del Regionale per Taranto, e hai scoperto la differenza. E quella differenza ti fa male.
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Le prime tre immagini sono rendering.
*** I link di PdVpress