STRISCE BLU: AUMENTANO COSTI E DISAGI

di Piero Piliego

Il nuovo piano della sosta a pagamento nel comune di Taranto, continua ad evidenziare disagi ed aggravi di costi per gli utenti. Il regolamento deliberato da Amat dopo l’approvazione della giunta Melucci poco prima di essere sfiduciata, è entrato ufficialmente in vigore il 1 dicembre, ma in molte aree non tutto è ancora pronto. Mancano ad esempio le strisce blu su un tratto di via Principe Amedeo, mentre in viale Magna Grecia i parcometri non ancora funzionanti e i cartelli con orari e tariffe da poco installati creano solo confusione tra gli utenti.
Sono gli stessi utenti che segnalano i disagi che il nuovo regolamento sta causando. A partire dai costi, nonostante Amat – Kyma abbia dichiarato che non c’è stato alcun aumento. L’estensione di 3 ore della fascia oraria in cui pagare, comporta già un maggiore esborso di 3 euro al giorno per chi è costretto ad utilizzare le aree blu anche durante le ore di pranzo (prevalentemente residenti e lavoratori), ma ancora più disagevole è l’incremento della tariffa da 0,50 ad 1,00 euro nelle aree recintate, nelle quali il pagamento è dovuto per tutte le 24 ore. Alcune di quelle aree inoltre, fino a prima del nuovo regolamento, erano utilizzate da residenti che pagavano un abbonamento mensile. Adesso quell’abbonamento può essere stipulato solo per la notte, per le ore diurne l’utente dovrebbe sottoscrivere un secondo abbonamento o pagare 1 euro per ogni ora di sosta.
Questo piano, lasciato in eredità al commissario prefettizio dall’amministrazione uscente, a fronte di un maggior carico economico per gli utenti, non ha comunque risolto il problema del traffico veicolare nelle zone più calde, aggiungendo anzi ulteriori problemi come quelli causati ai residenti in viale Magna Grecia e Corso Italia “scelte” come zone park & ride. Ma sono anche coloro che hanno deliberato le nuove strisce blu a certificarne il fallimento, a partire dall’ex sindaco Melucci che ha chiesto al prefetto di modificarle o come Piero Bitetti che ha chiesto addirittura l’abolizione della delibera che le ha istituite.
Taranto avrebbe bisogno di un vero piano parcheggi, ma più in generale dell’applicazione di un Piano Urbano di Mobilità Sostenibile, basato su una progettazione globale che comprenda oltre ai parcheggi anche la gestione dei mezzi pubblici, le piste ciclabili e lo sharing di veicoli ecosostenibili. Questo provvedimento invece sembra nato, nella migliore delle ipotesi dall’improvvisazione, come quello della raccolta differenziata dei rifiuti che, dopo un ingente investimento economico ed un anno di “test” è stato di fatto abbandonato. Taranto merita di più.

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