IL COMITATO CITTADINO SAN FRANCESCO DEGLI ARANCI PROTESTA: “RIPRESA LA DEVASTAZIONE DELLA PINETA E DELLA SCOGLIERA”

a cura di Cinzia Amorosino

I componenti del Comitato Cittadino della Pineta S. Francesco degli Aranci ci inviano una vibrata protesta per lo stravolgimento in atto di un importante pezzo della costa orientale tarantina.
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“A due giorni dal Natale, esattamente il 23 dicembre u.s., la soc. Italconsult, titolare di una licenza (come da cartello allegato), ha pensato bene di “posare la prima pietra” sulla scogliera in zona San Francesco degli Aranci approfittando forse della distrazione dei cittadini intenti a fare i regali e i preparativi natalizi.
Si continua così a deturpare un tratto di costa del Comune di Taranto, bellissimo, con scogliere che ospitano forme di vita marine, la macchia mediterranea e un bosco di pini di Aleppo, unico su tutta la costa orientale del comune, dopiato Capo San Vito.
Questa storia va avanti dal 1989 quando furono bloccati dei lavori che comportavano colate di cemento, e l’impianto di pali di ferro in acqua per reggere un pontile, resti lasciati poi abbandonati e arrugginiti sotto la superficie dello specchio di mare.
In seguito, negli anni 2000, un tentativo simile fu bloccato dalla pronta azione di Leo Corvace in qualità di presidente di Legambiente, mentre anonimi (?) procedevano ad opere di disboscamento (pare fossero addirittura alcune decine di alberi di pino e cespugli di pregio della macchia mediterranea). La società Fasano Spa attivò, di contro, un procedimento a carico di Corvace, il quale fu costretto a subire per anni una pendenza a suo carico per la richiesta di risarcimento danni, procedimento che finì in un nulla di fatto perché innescato solo per intimorire.
Deposte le motoseghe, dal 2000 al 2011 si è verificata una serie di strani incendi in zona dopo i quali, sistematicamente, si notava il passaggio di ruspe per sradicare le radici rimaste e la ricrescita spontanea della vegetazione con l’intento forse, di creare spazi aperti. Probabilmente in previsione della realizzazione del porticciolo turistico con annessi e connessi, e per evitare che il verde, in modo naturale, si allargasse.
Nel frattempo, negli uffici, proseguiva la pratica per una richiesta di concessione del ormai famoso porticciolo, dove pian piano si acquisivano pareri abbastanza discutibili, secondo noi cittadini fruitori da decenni dell’accesso al mare con le famiglie, perché, se qualcuno avesse compiuto delle indagini approfondite, avrebbe potuto eventuali illeciti perpetrati negli anni precedenti sulla terraferma.
Nel 2015 una delegazione di cittadini bloccò nuovamente le ruspe intente a tracciare stradine campestri che poi, facendo i dovuti accertamenti negli uffici del Comune di Taranto, si scoprivano non autorizzate. Risultava, infatti, autorizzato solo il ripristino di vecchie stradine campestri e di un muretto di cinta della pineta, fatto però a norma e non con colate di calcestruzzo sul terreno e sovrastante ringhiera di metallo. Anche la perimetrazione parve strabordante.
Per questo motivo fu chiesto il ripristino dei luoghi. Per la protesta scaturita nel 2015, è stato avviato un altro procedimento di denuncia nei confronti di sei cittadini che avevano avviato le prime segnalazioni facendo intervenire la Guardia forestale, e che oggi è stato archiviato per non aver commesso reato. Questo per far capire che, talvolta, si usa l’arma della querela per “educare” e soprattutto intimorire la gente che chiede spiegazioni e giustizia.
Oggi, a distanza di tanti anni, assistiamo al fallimento della politica degli ultimi vent’anni con amministrazioni molto discutibili che, nella migliore delle ipotesi, non si sono interessate del proprio territorio lasciandolo in stato di abbandono e preda di speculatori.
In una nota di Leo Corvace si apprende: “le vicende che mi videro coinvolto nel 2000 con il relativo sequestro della pineta il giorno prima della conferenza dei servizi, portarono almeno ad un risultato, ossia all’abbandono del progetto, ancora più devastante, di villaggio turistico da realizzarsi nell’area coltivata a grano. In pratica la pineta sarebbe diventata il giardino del villaggio. Le contestazioni nella conferenza dei servizi, portarono ad una prima bocciatura dei due progetti… Successivamente le società fcenti capo all’ing. Fasano ritennero, prudentemente (per loro), di percorrere solo la strada del porticciolo”.
I cittadini, con i propri bambini, che usufruiscono di questa oasi naturalistica si oppongono allo stravolgimento di tale pregiato ecosistema chiedendosi come mai nel 2019 (amministrazione Melucci) nulla sia stato fatto per evitarlo”.

  • Grazie alla varie segnalazioni fatte in questa circostanza, sono intervenuti i Carabinieri della Guardia Forestale della compagnia di Mottola, la Capitaneria di Porto, il Demanio marittimo, la Polizia Locale sez. Edilizia e l’ufficio del S.U.E..

Nelle ortofoto fornite da Fabio Mongelli, l’area verde interessata nel 2009 e, poi, nel 2013. I video riprendono le attività di questi ultimi giorni.

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