TARAS E I DONI DEL MARE”, PRESENTATI NEL MARTA LA MOSTRA E IL CATALOGO

a cura di Cinzia Amorosino

Giunge a conclusione presso il MArTA, Fish. & C.H.I.P.S. (Fisheries and Cultural Heritage, Identity, Participated Societies), finanziato nell’ambito del programma Interreg V-A Greece-Italy 2014-2020, un progetto innovativo e originale nelle forme in cui si è svolto, nei materiali, nei contenuti, negli obiettivi, negli attori coinvolti. Archeologia e mitilicoltura, manifestazioni artistiche e artigianato, lavoro intellettuale e lavoro manuale, cultura materiale e tradizioni immateriali, musei archeologici ed ecomusei, archeologi e pescatori, storici e cittadini, artigiani e tecnologi: la lista delle coppie solo apparentemente antitetiche potrebbe allungarsi di molto. L’elemento unificante è il mare, con le sue risorse culturali, archeologiche, storiche, biologiche, naturali. Il mare, i marinai, le navi e il viaggio.

Ugualmente innovativa e originale è la mostra che conclude il progetto: lo è anche forzatamente – non lo neghiamo – a causa dei condizionamenti imposti dall’emergenza sanitaria da Covid-19, che ci hanno obbligato non solo a vari rinvii ma anche a successive riformulazioni delle modalità nell’allestimento. Si tratta, infatti, di una interessante combinazione di multimedialità e di strumenti più tradizionali, di digitale e analogico, di virtualità e materialità dei vari oggetti esposti nelle vetrine.

Accompagna la mostra un’App multimediale che raccoglie il catalogo dei materiali archeologici esposti, con schede rigorose e ben documentate, che mettono a disposizione le informazioni essenziali su ciascun oggetto selezionato accuratamente tra quelli già esposti nelle vetrine del Museo Archeologico Nazionale di Taranto e quelli provenienti dai magazzini, presentati al pubblico in alcuni casi per la prima volta.

Attraverso questo itinerario, è possibile approfondire il contesto storico-sociale-economico-culturale di Taranto tra l’Antichità e il Medioevo, il sistema portuale e le comunità di pescatori che hanno sempre caratterizzato la vita della città dei due mari, seguire le rotte dei commerci che hanno alimentato la florida economia tarantina nel corso dei secoli, effettuare immersioni “virtuali” sui relitti di navi antiche, medievali e moderne.

Infine, ampio spazio è riservato alle varie risorse del mare: i pesci, le ostriche e altri molluschi, la porpora estratta dai murici, il bisso, altra peculiarità tarantina a lungo celebrata dall’Antichità fino a secoli recenti.

Tutto il progetto, con la mostra, il catalogo, il documentario, i laboratori, il quaderno didattico, la mappa di comunità, le attività culturali, i percorsi e le tante altre attività che lo hanno caratterizzato, è infatti intimamente e convintamente ispirato ai principi della Convenzione di Faro sul valore del patrimonio culturale per la società. Quale valore hanno il patrimonio culturale, materiale e immateriale e il mare con i suoi “doni” per la società tarantina? Com’è possibile ricucire il “matrimonio” tra cittadini e patrimonio culturale? Come possiamo contribuire a ristabilire un legame tra la città e i suoi mari? E, infine, quale funzione può svolgere il patrimonio culturale per la costruzione del futuro di Taranto e per uno sviluppo sostenibile, sano, pulito, fondato su forme di economia alternative a quella “monoculturale” che ha provocato così tanti danni ambientali, paesaggistici, sociali, economici? Ecco le domande di fondo che hanno sollecitato questo progetto, con la speranza che abbia anche contribuito a fornire alcune risposte, ma soprattutto a porre altre e nuove domande.

LA MOSTRA E IL CATALOGO

La mostra “Taras e i doni del mare” rappresenta la conclusione di un lungo percorso attraverso il quale, con un approccio multidisciplinare e con il ricorso a molteplici sistemi di fonti, si è cercato di ricostruire la storia dell’artigianato del mare, delle attività produttive che gravitavano intorno ad esso e il contributo di pescatori, carpentieri, marinai alla costruzione dell’identità culturale di Taranto e della Puglia.

“La mostra e il catalogo sono un altro dono alla città di Taranto che cerca il suo futuro positivo, pulito, sano, sostenibile – dice la direttrice del MArTA, Eva Degl’Innocenti – con l’intento chiaro di ricucire il “matrimonio” tra Taranto e la sua importante radice culturale e ristabilire anche l’antico rapporto tra la città e il suo mare”.

“La mostra Taras e i doni del mare rappresenta l’evento conclusivo di un lungo percorso di ricerca e valorizzazione che abbiamo sviluppato in questi anni nell’ambito del progetto FISH.&C.H.I.P.S. – afferma il prof. Danilo Leone dell’Università di Foggia – La pandemia ha proiettato velocemente il nostro presente in un futuro digitale e, quindi, l’emergenza ci ha spinto a sperimentare nuovi itinerari di fruizione; da ciò è nata la “mostra figitale”, dall’inglese “phygital exhibition”, che offre la possibilità di una visita in remoto, tramite un’app multimediale, ed in presenza nelle sale del MArTA. L’utente potrà fruire della mostra attraverso i supporti digitali, ma anche preparare il proprio percorso che potrà poi seguire nella sede del museo archeologico. Sarà un’esperienza nuova per Taranto, in perfetta sintonia con le politiche culturali del MArTA che in questi anni ha investito molto nella comunicazione digitale per valorizzare il patrimonio museale e le proprie collezioni”.

Le sezioni della mostra sono accompagnate dalla voce dell’attrice Erika Grillo del Teatro “Le Forche” e dalle musiche mediterranee dell’ensemble “La Cantiga de la Serena”.

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Foto di Cinzia Amorosino

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