L’opera buffa di Casa Paisiello

di Cinzia Amorosino

Non basta inaugurare i cantieri a Taranto. Anzi, forse sarebbe meglio non farlo, magari per scaramanzia. Questo va, infatti, a tutto danno dell’amministrazione Melucci visto che i termini di consegna dei lavori sono sempre molto fluttuanti e i ritardi diventano biblici. Si sa quando si aprono i cantieri ma non quando si chiudono e al momento altri restauri sono stati finanziati e dovrebbero partire. Non osiamo pensare, peraltro, alle opere ancora da ben definire e realizzare per i tanto glorificati Giochi del Mediterraneo 2026.

Questa volta qualcuno “ha toppato” (termine dialettale che ben rende l’idea) nella ristrutturazione di Casa Paisiello in Città Vecchia, ove nacque il celebre musicista e compositore nel 1740, e il cui restauro partì nel lontano 12 novembre 2020 con la usuale cerimonia annunciata ai quattro venti dal primo cittadino assieme all’allora assessore all’urbanistica Ubaldo Occhinegro.

Oggi la Soprintendenza ha spedito alla redazione di un noto quotidiano locale una nota con richiesta di rettifica della falsa notizia data ieri per giustificare l’ennesimo ritardo nella consrgna dell’opera (l’anno scorso si dette la colpa ad un cavo dell’elettricità non rimosso dall’Enel!). Colpa del giornalista del quotidiano? No sicuramente ma delle informazioni che sarebbero state fornite dal Rup, responsabile del procedimento, il funzionario arch. Osvaldo Digiacomo della Direzione Urbanistica dove è assessore lo stesso sindaco Rinaldo Melucci. E non è la prima volta che le informazioni provenienti da Palazzo di Città sono imprecise o inesistenti.

La prima data di consegna del palazzetto col museo interno risale all’estate del 2021.

“L’ultimo aggiornamento sul cronoprogramma di realizzazione della casa museo di Giovanni Paisiello – spiegava ieri l’articolo in questione – aveva confermato la data del 22 novembre come quella giusta per il completamento dei lavori di ristrutturazione e riqualificazione di uno dei siti culturali più significativi del centro storico di Taranto. Poi, circa tre settimane fa, gli interventi sull’edificio in piazzetta Monteoliveto, in Città vecchia, si sono nuovamente fermati, ancora una volta per un ritrovamento archeologico che ha richiesto uno specifico approfondimento…

Sarà necessaria una nuova variante, che i tecnici stanno predisponendo, per riprendere il cantiere, che dovrebbe poi essere portato a termine in «cinque o sei mesi». L’inaugurazione prevista per la fine di quest’anno slitterà inevitabilmente al 2023″.

Da fonti certe veniamo a sapere, invece, che l’indagine archeologica si è conclusa un anno fa, ad ottobre 2021, e che la Soprintendenza non ha mai sospeso i lavori, concordando invece con la Direzione Lavori e il Rup di lasciare una botola a pavimento per un eventuale, successivo approfondimento dello scavo, indipendente dalla prosecuzione dei lavori e dalla messa in esercizio della casa museo. Sarebbe dunque pretestuosa, e falsa, la motivazione addotta dal Rup riguardo ai ritardi dovuti alla Soprintendenza.

Ma quali sono i motivi reali? Se lo chiedono tutti. Hanno di nuovo bloccato i lavori per incapacità di eseguire un restauro a regola d’arte? La ditta prescelta non ha le capacità tecniche o è colpa della Direzione lavori e del Rup?

Certo è che, ovunque, molti cantieri usano prendere tempo e ingigantire i problemi per chiedere somme sempre più cospicue prendendo a pretesto che i prezzi sono nel frattempo aumentati. E riguardo la Casa di Paisiello (e non solo quella), han fatto trascorrere quasi tre anni.

I cittadini hanno diritto all’informazione puntuale e soprattutto sincera da parte di un’amministrazione comunale. Sembra al contrario che, nonostante i proclami, si stia scavando sempre più un gap tra politica e abitanti.

Il mistero di casa Paisiello sembra inestricabile e tutto il cantiere assume ormai i contorni di un’opera buffa, genere musicale nel quale il nostro illustre concittadino eccelse.

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Di seguito i link di alcuni articoli precedenti di PdVpress che danno bene l’idea del trascorrere del tempo.

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