L’Appia Antica torna alla ribalta

di Silvana Giuliano

La Via Appia, il cui tracciato passa anche per Taranto,  è stata candidata dal Ministero della cultura a sito UNESCO per il 2023. L’operazione vedrà coinvolti 28 uffici ministeriali, 4 regioni, 13 tra città metropolitane e province, 74 comuni, 14 parchi e 25 università, oltre a numerose comunità territoriali. Recentemente la sua importanza dal punto di vista turistico è stata ampiamente  riconosciuta anche dal National Geographic Traveller’s Best of the World, rivista di riferimento per i viaggiatori di tutto il mondo che ha confermato la Puglia meta privilegiata del turismo di qualità, dove storia ed esperienze si sommano a natura, accoglienza e buon cibo.  La notizia è stata riportata dall’ufficio stampa del Comune di Taranto e commentata positivamente dal Sindaco. Al proposito dobbiamo ricordare che l’assessore alla cultura del Comune di Taranto, Fabiano Marti, nel 2019 partecipò ad un importante tavolo tenutosi a Brindisi, finalizzato alla partenza del Sistema museale della Via Appia Antica in cui erano coinvolti quaranta comuni tra Roma e Brindisi. Purtroppo, non abbiamo ulteriori informazioni sul prosieguo di questo progetto, né notizie dall’Assessore alla cultura.

La Via Appia, però, continua a sorprenderci perché  mercoledì 9 novembre alle ore 15:30 a Lecce, presso lo  Spedale dello Spirito Santo si svolgerà la conferenza di presentazione  “Indagini archeologiche lungo il tracciato della Via Appia  nelle provincie di Brindisi e Taranto risultati dei lavori e prospettive future.”

Saranno presentate le indagini archeologiche effettuate, nell’ambito del progetto del Ministero della Cultura denominato “Appia Regina Viarum” nelle province di Brindisi e Taranto, in sinergia fra la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Brindisi e Lecce e la Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Subacqueo. Un’opportunità per Taranto che potrebbe beneficiare del recupero dell’antico tracciato della Via Appia per un cammino  turistico – culturale.

 

 

Non è la prima volta, però, che la Via Appia è sotto i riflettori nel capoluogo jonico perché nel febbraio del 2017 Paolo Rumiz presentò a Taranto, nella Sala basilica del convento di san Francesco, sede del Polo universitario jonico, il suo libro “Appia”. Nel testo racconta il percorso compiuto a piedi lungo l’antica via romana, da Roma a Brindisi, 611 km, 29 giorni di cammino e circa un milione di passi.

Non è stato facile per Rumiz trovare l’antico tragitto, perché le strade erano lastricate solo in prossimità dei centri abitati, al di fuori di questi il percorso si sviluppava sul terriccio. Silvio Busico, direttore generale Programma sviluppo, presente all’incontro dichiarò “Stiamo investendo nella creazione di un’impresa turistica creando un incubatore che faccia rifiorire i valori e gli elementi storici della nostra città, in cui la via Appia ha un ruolo determinante”. Il 25 maggio dello stesso anno, nel MArTA fu inaugurata la mostra fotografica, documentaria e multimediale “L’Appia ritrovata. In cammino da Roma a Brindisi”. Paolo Rumiz  aveva compiuto il viaggio dal 30 aprile al 13 giugno del 2015 (“più per dovere civico che per letteratura”) lungo la prima grande via europea, l’Appia, appunto, che da Roma passando per Terracina, Sinuessa, Capua, Benevento, Venosa, Gravina, Taranto e Oria giungeva a Brindisi. Suoi compagni di viaggio furono l’esploratore Riccardo Carnovalini, il regista Alessandro Scillitani e l’architetto Irene Zambon. Grazie alla ricca esposizione fotografica i visitatori poterono ripercorrere l’antica strada nelle immagini che ne ritraevano l’attuale situazione. La via Appia fu definita “Regina viarum” per la sua importanza militare e commerciale, per la ricca pavimentazione e per lo splendore dei monumenti sepolcrali che la fiancheggiavano per gran parte del percorso. “L’Appia Antica –  leggiamo nel testo –  intreccia in un unico attrattore quattro territori, Lazio, Campania, Basilicata e Puglia che, seppur connotati da caratteristiche demografiche, orografiche, paesaggistiche e ambientali prettamente distinte le une dalle altre, hanno il privilegio di custodire ciascuna sostrati di storia millenaria che attraversano anche più epoche.”

Sarà possibile seguire la diretta della conferenza sulla pagina Facebook della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Brindisi e Lecce.

 

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