
“Permane ancora oggi il rischio di contaminazione alimentare da diossina e pcb perché si oltrepassano i limiti di azione e i limiti massimi nelle cozze e nelle uova”, è quanto dichiara Luciano Manna attraverso i canali di Veraleaks.
I tarantini ricorderanno quanto accadde nel 2008, anno in cui furono abbattute migliaia di capre delle masserie intorno all’Ilva perché il loro latte, e i prodotti derivati da quel latte, risultarono contaminati da diossina. I dati rilevati in quell’occasione diedero il via al processo Ambiente Svenduto che ha visto condannati, in primo grado, vertici di Ilva e politici.
Evidentemente da allora, nonostante gli anni passati, non è cambiato nulla. Manna evidenzia che: “i dati del mese di novembre 2021 raccontano di valori di gran lunga superiori ai valori delle medie annuali che fecero mattanza di pecore e capre smaltite come rifiuti tossici”.
Noi ci chiediamo cosa dica la legge in merito. È sempre l’attivista tarantino che ci spiega che: “oggi non esiste una legge in Italia che norma le deposizioni di diossine e pcb, al contrrio di quanto succede in Germania e Francia, che pongono limiti massimi nelle medie annuali e addirittura in Belgio, dove oltre al limite media annua, si pone un limite alla media mensile, quello che oggi porrebbe fuori legge il dato di novembre”.
I dati a cui fa riferimento Manna, sono pubblici sui siti di Arpa e Asl, il quale ribadisce che “non si può restare zitti di fronte a questo attentato alla vita dei tarantini”.
In allegato la grafica con i numeri che supportano quanto dichiarato.
